Dalle origini alla seconda guerra mondiale
![]() Gioacchino Murat e la sua consorte. |
Ateleta sorse per volontà di un pugno di persone guidate da quel grande uomo che fu Giuseppe De Thomasis, Commissario ripartitore dei feudi nel 2° Abruzzo Ultra, sulla parte migliore del territorio di Pescocostanzo, estendentesi fino alla sponda sinistra del fiume Sangro.
Infatti fin dal 1730 circa alcuni coloni di Pescocostanzo, facendo contratti di affitto, si erano sparsi sui territori degli ex feudi di Carceri, Roccapizzi e Asinella, posseduti da società di "particolari e luoghi pii" sempre di Pescocostanzo. I Particulari o "oscuri baroni", come li chiamò Winspeare, Procuratore Generale della Corte di Cassazione in Napoli, riuniti nel "Ceto dei Contenitori", misero in essere tutte le arti per espellere dal feudo Asinella i coloni per paura che essi diventassero inamovibili. E vi riuscirono con una sentenza del Tribunale Misto emessa nel1780 e applicata con la forza nello stesso anno. I coloni di Carceri e Roccapizzi ebbero miglior sorte, in quanto i loro diritti vennero riconosciuti in tempi migliori, ossia nel 1810, dopo che la Commissione Feudale creata dal fratello di Napoleone, Giuseppe Bonaparte, ebbe emanato il 20 gennaio 1810 la sentenza che riconobbe ai detti coloni il diritto perpetuo ai beni finora posseduti, rendendoli inamovibili. Tale sentenza fu estesa il 30 giugno 1810 anche ai coloni di Asinella, reintegrandoli nei beni da cui erano stati espulsi nel 1780. Il Commissario Giuseppe De Thomasis, Commissario di Gioacchino Murat (diventato Re di Napoli il 15 luglio 1808), inviato nell'Abruzzo Ultra nel 1809 col compito di ripartire i feudi ed i demani tra le comunità dei cittadini ed i comuni, anche nella nostra zona divise i feudi di Carceri, Roccapizzi e Asinella tra il comune di Pescocostanzo e il Comune ch'egli volle creare ex novo.
Il Re Giocchino Murat assecondò il disegno del suo Commissario e così il 5 dicembre 1810 esentò dal pagamento della fondiaria per 5 anni i terreni posseduti dai coloni, per consentirela costruzione delle nuove case, su pianta regolare.
E così, coerentemente con il suo disegno, il 14 febbraio 1811, a seguito di una lusinghiera relazione del Commissario De Thomasis sullo stato della divisione dei demani nella nostra zona e sull'avanzamento dei lavori della chiesa, il Re emise il Decreto con cui dichiarava: "Il Comune fondato sotto la nostra speciale protezione dai coloni di Roccapizzi e Carceri del Secondo Abruzzo Ulteriore prenderà il nome di Ateleta", nome greco che significa "senza imposte" e "franca e immune".